Il ruolo della donna nella società europea contemporanea è oggetto di un forte dibattito internazionale, che punta a scardinare pregiudizi e stereotipi sedimentati nel corso dei secoli. Come si legge nel documento della Commissione europea Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025, proprio gli stereotipi sono una delle cause profonde della disparità di genere e interessano tutti i settori della società di oggi. Lo stereotipo è “un modello convenzionale, un’opinione precostruita, generalizzata e semplicistica che non si fonda sulla complessità del reale, ma che si ripete in forma meccanica” (Minoli, Scelte formative di genere. Un progetto di sensibilizzazione per la Svizzera italiana). È importante ricordare che, se da un lato lo stereotipo di per sé è un fatto assolutamente normale e per sua natura innocuo (altro non è che uno schema mentale che ci permette di riconoscere ciò che riteniamo rilevante attraverso un processo di routine, fondamentale dunque a farci orientare nel mondo in cui viviamo), è però molto pericoloso nel momento in cui lo utilizziamo per formulare giudizi su una data cosa o persona, degenerando così in pregiudizi e forme di discriminazione (Ghigi, Fare la differenza: educazione di genere dalla prima infanzia all’età adulta).
Per far fronte al fenomeno della diffusione degli stereotipi di genere come primo motore di discriminazione e disuguaglianza sociale, il giorno 25 gennaio Euro Mamme ha promosso una giornata di studio nel cuore di Roma, nell’ambito del progetto europeo FI.r.St. – FIght gendeR STereotype. L’obiettivo del progetto è di creare e rafforzare una rete europea di organizzazioni non profit che operano per combattere il sessismo e lo stereotipo di genere attraverso la comunicazione visiva dell’arte della pittura, visual grafica e fotografia. La giornata è stata realizzata assieme ai partner del progetto, Kultur und Art, IIC e Mezopotamia, ha coinvolto due associazioni femminili locali, Marvels of Rome e Cattive Ragazze, e ha visto la partecipazione di 16 educatori specializzati in formazione per adulti, provenienti da Italia, Bulgaria Germania e Turchia.
Durante la prima parte della giornata, il gruppo ha avuto la possibilità di ripercorrere una storia troppo spesso dimenticata: la storia delle donne che hanno fatto la Storia. Donne che con la loro personalità hanno plasmato il corso degli eventi e hanno lasciato un segno, ma che nei secolo sono state esse stesse vittime di quel sessismo che oggi si riflette nella loro assenza dai libri di Storia. Grazie al lavoro di Marvels of Rome, associazione femminile di guide turistiche che promuove percorsi innovativi, i partecipanti hanno imparato a conoscere il ruolo fondamentale di Plotina, moglie di Traiano, nonché colei che siglò ufficialmente la successione al trono del figlio adottivo Adriano, e quindi protagonista nella vita di due tra i più importanti imperatori della Roma antica. Tra le figure più importanti della storia d’Europa si è ricordata Letizia Bonaparte, madre di Napoleone, figura di riferimento per Napoleone stesso. Altra citazione importante è stata Margherita, prima regina d’Italia che inaugurò il primo Congresso Nazionale delle Donne nel 1888. Altra figura centrale è stata Maria Maddalena Blasizza Bergamas, la madre del milite ignoto, per raccontare quanto il dolore di una madre ha rappresentato un intero popolo stravolto dalla guerra. Non solo madri, non solo regine: il racconto si è concentrato anche su altre figure come Teresa Bertinotti, la prima donna cantante lirica, e Anna Magnani, ricordata per la sua personalità artistica e che si è battuta per il diritto di voto per le donne. Molto importante è stata la citazione di Beatrice Cenci come caso di ingiustizia sociale del XVI secolo, che segnò l’opinione pubblica della Roma dell’epoca. Infine, sono state ricordate importanti figure politiche contemporanee, che segnano un’importante svolta per la parità di genere e rappresentanza politica femminile.
La seconda parte della giornata si è tenuta alla Europa Experience – David Sassoli e ha visto la partecipazione dell’associazione Cattive Ragazze. Si tratta di una realtà che opera nel Municipio di Roma XIII per la realizzazione di azioni di comunità, empowerment e advocacy. Le due portavoce dell’associazione hanno raccontato le loro attività attraverso foto rappresentative: si è trattato quindi di un altro esempio di storytelling, questa volta attraverso le immagini catturate dalle fotografie.
La giornata si è conclusa con un momento di brainstorming tra i partecipanti, per mettere a fuoco l’impatto che queste attività hanno avuto su di loro e che, di conseguenza, avranno nella loro professione di formatori.
Lo spostamento del racconto storico verso una prospettiva prettamente femminile, oltre che i diversi riferimenti ad una normalizzata omosessualità, ha permesso ai partecipanti di sperimentare esempi di “contro-narrazione” rompendo così, attraverso il racconto, lo stereotipo di genere. L’uso del racconto storico in chiave femminile è un’esperienza innovativa nel contrasto agli stereotipi di genere sugli adulti: da un lato vi è il riconoscersi in alcuni personaggi importanti e, riconoscendone il valore intrinseco, si ha l’effetto di aumentare la fiducia in se stesse, nelle proprie capacità e nell’importanza del proprio ruolo di donna. Dall’altro vi è la presa di coscienza dell’esistenza di un’alternativa: donne che si sono messe in aperto contrasto con le aspettative del mondo e della società del loro tempo e che grazie al loro atteggiamento hanno modificato la società stessa. Si tratta di una vera e propria presa di coscienza, della riscoperta di un’energia necessaria a superare i propri limiti, andare oltre anche se questo può comportare emarginazione e solitudine. Infatti, si legge nell’articolo di Save the Children Educare alla parità di genere attraverso la letteratura che il bagaglio etico e interculturale di un bambino e di una bambina, come di un adulto, è prodotto dall’educazione ricevuta, dagli stimoli interiorizzati dalla società. È dunque su questo processo educativo indirizzato agli adulti che Euro Mamme, con il progetto FIRST, ha voluto dare il suo contributo: se da un lato lo studio della prospettiva femminile nella storia è ormai consolidato nel mondo accademico europeo, ben diverso è il contesto se ci si sposta nella scuola e, di conseguenza, nella società civile degli adulti. Attraverso questa formazione esperienziale, si è voluto quindi far comprendere ai partecipanti l’importanza di intraprendere una intenzionalità educativa orientata al disinnesco dei pregiudizi di genere che hanno radici profonde e lontane nel tempo.
Utilizzando il racconto per immagini (l’esperienza di Cattive Ragazze), luoghi evocativi o l’assenza stessa di immagini (si veda l’assenza totale di Plotina nella colonna traiana), questa esperienza di formazione per formatori è stata per i partecipanti fonte di ispirazione. Una volta tornati al loro ruolo di formatori, saranno maggiormente capaci di realizzare immagini e storytelling per scardinare gli stereotipi, restituendo ai loro discenti la reale complessità del mondo.